Perché abbiamo bisogno della cattura di carbonio
L’Accordo di Parigi è stato un trattato internazionale adottato nel 2015 che ha segnato un significativo impegno globale per affrontare i cambiamenti climatici. L’accordo si proponeva di raggiungere emissioni nette di carbonio pari a zero entro la metà del secolo, limitando il riscaldamento globale a ben meno di 2 (idealmente a 1,5) gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, e scongiurando così conseguenze climatiche e ambientali potenzialmente catastrofiche.
Purtroppo, i progressi sono stati limitati e le emissioni globali di carbonio rimangono in crescita. Le emissioni globali di CO2 legate all’energia sono cresciute dello 0,9% o di 321 megatoni nel 2022, raggiungendo un nuovo massimo di oltre 36,8 gigatoni.1
Di fatto, molti scienziati ritengono che il bilancio del carbonio per un aumento della temperatura di 1,5 gradi sarà ben più che superato.
Perché? Il fatto è che molti dei significativi interventi politici necessari per limitare le emissioni di carbonio a livello globale sono stati scartati per motivi economici. Per i politici è invece più facile imboccare la strada della minor resistenza e puntare sui futuri progressi tecnologici che risolveranno il problema del cambiamento climatico.
Ma questi progressi tecnologici esistono? Come dice il proverbio, prevenire è meglio che curare, ma se i nostri sforzi per prevenire le emissioni si stanno rivelando inefficaci, forse ci sono altri modi per ridurre l’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera. La cattura del carbonio è una di queste tecnologie.